- Classe: Reptilia
- Ordine: Squamata
- Famiglia: Eublepharidae
- Genere: Eublepharis
- Specie: E. Macularius
- Dimensioni: 20-25cm
- Vita media: 14-15anni
Introduzione
Il geco leopardino è originario delle aree rocciose e aride di Iran, Iraq, Pakistan, Est Afghanistan e India dell’ovest.
Si tratta di un animale terricolo, che vive in terreno roccioso in anfratti fra le rocce in cui si ripara dalle alte temperature, di abitudini crepuscolari e notturne; al calar del sole esce dalla tana e si arrampica sulle rocce circostanti alla ricerca di insetti, di cui si nutre.
Gli animali selvatici hanno una livrea di fondo gialla-marroncina, costellata da macchie nere, grige e marroni, che gli hanno dato il nome “macularius”.
Negli anni, la selezione dell’uomo ha permesso di creare numerose mutazioni, oggi sono disponibili gechi leopardini completamente senza macchie, o con le macchie disposte a strisce verticali, con colorazioni che vanno dal rosso-arancione al lavanda, e combinazioni genetiche appassionanti.
Il terrario
Come tutti i rettili, il geco leopardino ha bisogno di un terrario in cui ricreare le condizioni ideali per la sua sopravvivenza, la temperatura del suo corpo (essendo a sangue freddo) dipende dall’ambiente che forniremo.
Avendo esigenze di temperatura piuttosto elevate è necessario procurarsi dell’attrezzatura che permetta di mantenere la temperatura per non creare stress termici.
Occorrente:
- Un terrario (plastica, legno o vetro) a sviluppo orizzontale, misura minime per un esemplare 50 x 30 x30.
- Arredamento
- Un tappetino o cavetto riscaldante o spot di wattaggio adeguato alle dimensioni del terrario.
- Un termometro per monitorare la temperatura.
- Un termostato per regolare l’accensione del tappetino in base alle esigenze di temperatura.
Temperatura:
Il terrario deve avere una zona calda con temperatura di 31-32° ed una zona fredda in cui la temperatura scenda a 24-25°, per permettere all’animale di regolare la temperatura corporea in base alle sue esigenze.
Di notte è possibile spegnere il riscaldamento per dare uno sbalzo termico di 4-5°, purchè la temperatura non scenda sotto i 23-24° d’estate e i 15° d’inverno.
Umidità
Nel terrario di questi animali è molto importante l’inserimento di una tana umida, che agevolerà le fasi di muta e per le femmine sarà indispensabile per la deposizione delle uova. La tana umida è ricavabile con un semplice contenitore di plastica (come quelli per alimenti) con un foro di ingresso (possibilmente nella parte superiore, eviterà la fuoriuscità del substrato) e pieno per metà di torba umida.
Per sopperire al fabbisogno d’umidità di questi animali, è possibile nebulizzare acqua nel terrario una volta ogni 2 giorni, questa operazione è importante sopratutto se gestiti in stanze molto secche.
Terrario naturalistico
Il terrario naturalistico è sicuramente la soluzione migliore per allevare i gechi leopardini, perché ricrea il loro habitat naturale e la gestione è piuttosto semplice.
I substrati idonei nei terrari naturalistici sono principalmente due, rocce con sassi e ghiaia, oppure sabbia mista a torba.
Si sconsiglia l’utilizzo di sola sabbia perché può essere ingerita dai gechi e creare pericolose costipazioni intestinali, la stessa cosa vale anche per la sabbia a base d’argilla, sicuramente coreografica ma con le stesse controindicazioni della sabbia normale.
Assolutamente da evitare la sabbia a base di calcio, perché i gechi alla prima necessità la ingerirebbero in grosse quantità correndo il rischio di pericolose costipazioni intestinali.
Il substrato a base di sabbia e torba andrà mescolato con una percentuale maggiore di torba (circa 70% torba e 30% sabbia), il substrato così preparato sarà piuttosto umido, andrà quindi posizionato nel terrario e ben pressato con le mani.
Dopo il posizionamento basterà aspettare un paio di giorni perché il substrato si asciughi, creando un’ottima superfice per il geco.
L’alternativa è posizionare delle pietre piatte sulla base del terrario e riempire le fughe con ghiaia di pezzatura grande (quella da cortile, non quella da acquario) e sabbia, in questo modo il geco avrà un substrato molto simile a quello dei territori da cui proviene e allo stesso tempo sarà di difficile ingestione.
Come arredamento si possono usare pietre, cortecce di sughero e rami, è importante che tutti gli arredi pesanti, siano poggiati direttamente al fondo del terrario, in modo che gli animali non possano scavarci sotto e finire schiacciati.
Per rendere il tutto più coreografico e per offrire ai gechi una superficie verticale calpestabile è possibile mettere come sfondo del terrario una finta parete rocciosa, acquistata o fatta in casa.
Le piante non sono indispensabili per questi gechi, ma hanno un grande impatto estetico, possono essere usate Aloe variegata, Crassulla sp. , Gasteria distinta, Sempervivum, ecc. l’imporante è che non siano tossiche, dannose e sopravvivano al clima del terrario.
Terrario asettico
Questa soluzione è ideale per i nuovi arrivi, perchè permette di tenere gli animali in ambienti puliti e facilmente pulibili, soprattutto in attesa di eventuali esami veterinari, o di terminare il terrario naturalistico.
Molti allevatori che posseggono un grosso numero di gechi leopardini, hanno scelto di allevare questi animali in rack (una sorta di condominio di terrari di plastica impilati), con arredamento minimale.
Il terrario viene suddiviso in zona calda e zona temperata, con presenza di una tana secca nella parte calda ed una tana umida nella parte fredda.
Il substrato sarà composto da carta assorbente, facilmente cambiabile quando l’animale sporca.
Altri arredi sono costituiti da una ciotola per l’acqua e una ciotola per il cibo
Illuminazione
Ad ogni rettile in cattività deve essere fornito un fotoperiodo (periodo di illuminazione) adeguato, che risulta fondamentale nel funzionamento corretto dell’attività endocrina ed immunitaria.
Se l’animale viene tenuto in casa, con un’adeguata illuminazione naturale (finestre) questa può essere sufficiente, ma se si pensa di voler riprodurre gli animali il fotoperiodo andrà gestito in maniera diversa (aumentanto o diminuendo le ore di luce a seconda dell’esigenza.
Per mantenere un fotoperiodo corretto vengono utilizzate delle lampade con un buono spettro luminoso, che possono essere normali lampade ad incandescenza (attenzione al pericolo di ustioni), lampade che emettano UVA o UVB.
I sauri notturni, se ricevono un’adeguata integrazione di Vitamina D3 con la dieta, non hanno teoricamente bisogno di ricevere radiazioni UVB per sintetizzare la vitamina D, ma sembrano comunque trarre beneficio dall’utilizzo di queste lampade.
Alimentazione e integrazioni vitaminiche
Il geco leopardino è un geco principalmente insettivoro, che occasionalmente si ciba di piccoli mammiferi o altri piccoli rettili.
Per fornire una dieta equilibrata bisogna variare i tipi di insetti offerti, si consiglia l’uso di grilli e/o blatte, alternando con tarme della farina (Tenebrio molitor) o caimani (Zoophobas morio).
Gli insetti possono essere acquistati presso negozi specializzati, e prima di essere somministrati andrebbero nutriti per qualche giorno con pezzetti di frutta.
I rettili hanno esigenze metaboliche diverse dai mammiferi, pertanto utilizzando questo tipo di alimentazione si potranno fornire i pasti con gli insetti sopra indicati con il seguente metodo:
– Adulti, 3 pasti alla settimana: 3 grilli o blatte, 1 altro insetto;
– Subadulti (5-6 mesi), 4 pasti a settimana: 3 grilli o blatte, 1 altro insetto;
– Baby (0-3/4 mesi), 5 pasti alla settimana: 4 grilli o blatte, 1 altro insetto.
Le quantità di insetti vanno stabilite in base all’età e al sesso del geco, i cuccioli mangiano più degli adulti perché il loro metabolismo è piuttosto veloce e richiede nutrienti per la crescita.
Durante la crescita il numero di insetti calerà, così come il numero di somministrazioni.
Le femmine sopratutto in stagione riproduttiva, possono richiedere una dose maggiore di insetti, per sostenere la spesa energetica data dalla gestazione.
Per animali notturni che non hanno una lampada UVB nel terrario è fondamentale l’integrazione di Calcio e Vitamina D3; in commercio si trovano numerosi integratori con cui cospargere gli insetti da pasto, una volta a settimana negli animali giovani e una volta ogni 15-20 giorni negli animali adulti. Risulta utile lasciare a disposizione del semplice calcio carbonato in una ciotola, a cui l’animale possa attingere in caso di bisogno.
Maneggiare il geco
I gechi leopardini sono animali docili, raramente mordono e se infastiditi aprono la bocca emettendo degli stridii e dei soffi, prima di arrivare al morso.
Come tutti i rettili non hanno bisogno del contatto con l’uomo, ma se maneggiati con delicatezza da piccoli imparano a non considerare il proprietario come una minaccia, lasciandosi prelevare (ad esempio per le operazioni di pulizia) senza opporre resistenza.
Nonostante ciò è sconsigliato maneggiare eccessivamente il geco o lasciarlo libero per casa (soprattutto in presenza di altri animali), in primis perchè si causa uno stress all’animale, e in secondo luogo perchè togliendolo dal suo ambiente controllato si rischia di causare malattie legate ad esempio agli sbalzi di temperatura.
Manipolazioni troppo rudi possono provocare fratture, e se afferrati dalla coda i gechi praticano l’autotomia, ovvero staccano un pezzo o tutta la coda. Questo meccanismo di difesa comune alle lucertole e ad altri gechi serve per “distrarre” eventuali predatori, permettendo all’animale di scappare; la coda ricrescerà, ma non sarà uguale all’originale.
Anche il geco va dal veterinario
Per questi animali non sono previste vaccinazioni, ma è opportuno far eseguire dopo l’acquisto una visita ed un esame delle feci da un veterinario specializzato in rettili.
Per il trasporto occorre sistemare il geco in una scatoletta per alimenti traforata, o un fauna box, e trasportarlo all’interno di una borsa termica con una bottiglia di acqua tiepida o all’interno di una scatola di polistirolo, al fine di evitare sbalzi termici.
Scheda creata in collaborazione con Italian Gekko Association, per ulteriori informazioni www.italiangekko.net