Kakariki

  • Classe Aves 
  • Sottordine: Psittaciformes
  • Famiglia: Psittacidae 
  • Genere: Cyanoramphus
  • Specie: C. n. novaezelandie
  • Vita Media: 10-15 anni
  • Dimensioni: 28cm

Introduzione
Il kakariki è un pappagallo di taglia media proveniente dalle foreste montane della Nuova Zelanda, che è però arrivato a colonizzare anche l’arcipelago della Nuova Caledonia.
Il colore di fondo di questo pappagallo è verde brillante, più scuro sul dorso, e presenta una macchia rosso acceso sulla fronte e dietro agli occhi, da cui prende il nome. Le remiganti sono color blu, mentre il becco e le zampe sono grigie.
Sono pappagalli attivi, amanti dei grandi spazi e tendenzialmente arboricoli, anche se in alcuni ambienti della terra di origine si è adattato alla vita terricola; considerata la sua attitudine iperattiva bisognerà fornirgli adeguato spazio sia in voliera che eventualmente in casa.
Durante anni di allevamento in cattività sono state create numerose colorazioni basate sulla selezione genetica.

Gestione in gabbia

Come per molti pappagalli, la gabbia deve essere quanto più grande possibile, in modo da permettere al volatile di svolgere normali attività di ricerca del cibo, gioco e, per quanto possibile, di volo.
La gabbia deve avere sviluppo prevalentemente orizzontale, in materiale resistente ed atossico (ad esempio acciaio, verniciato eventualmente con materiale atossico); le dimensioni minime consigliate per un esemplare sono di 150 x 60 x 70 cm. Poichè questi animali amano passare molto tempo a terra cercando cibo, la voliera ideale dovrebbe essere poggiata direttamente sulla terra nuda, in caso di gestione all’aperto.
L’arredamento della gabbia include vari posatoi, preferibilmente di legno naturale di varie dimensioni; l’ideale sono dei rami naturali con diametro variabile, in modo da favorire il consumo delle unghie e l’attività delle zampe.
Soprattutto se permetteremo loro di passare poco tempo fuori dalla gabbia, andranno aggiunti giochi di vario tipo (sempre di materiale atossico e che non possano essere ingeriti), in modo da tenere il pappagallo impegnato per parte del tempo in cui rimane in gabbia. Sono indicate corde, giochi di legno da beccare e arricchimenti ambientali costruiti con il cibo (ad esempio “spiedini” di frutta infilata su delle corde).
A completare il tutto le ciotole del cibo, di solito alloggiate in apposite aperture della gabbia, e gli abbeveratoi che devono sempre contenere acqua fresca, cambiata quotidianamente.
Per questi pappagalli sarà molto importante lasciare sempre a disposizione una vaschetta con dell’acqua per i frequenti bagni che amano fare; questi permettono di mantenere un piumaggio sempre pulito e di sviluppare a pieno il loro comportamento.
La gabbia deve essere posizionata al riparo da correnti d’aria ed in un punto fresco della casa, fuori dalla portata altri animali domestici (soprattutto gatti). 

Gestione in casa

Tutti gli uccelli sociali andrebbero gestiti quanto più liberi possibile, compatibilmente con la disponibilità di spazi e tempo da dedicare loro, in modo che possano volare liberamente ed interagire con i componenti della famiglia; chiaramente questa condizione sarà possibile solo dopo aver instaurato un rapporto di fiducia con i vostri animali, che non vi dovranno vedere come un pericolo e quindi volare impauriti per la stanza, ma come effettiva parte integrante del loro gruppo.
Prima di liberarli sarà opportuno però rendere sicura la casa, ovvero cercare di prevedere e prevenire ogni possibile pericolo o via di fuga: le finestre andranno tenute chiuse e possibilmente coperte con tende, in quanto non percependo l’esistenza del vetro potrebbero sbattere violentemente e farsi del male; tutti i cavi elettrici andranno coperti, così come le potenziali fonti di calore (camini, stufe, candele ecc.).
Bisogna ricordare che, essendo animali curiosi, tenderanno ad assaggiare tutto, quindi bisognerà tenere fuori portata ogni cibo potenzialmente tossico, farmaci o sigarette, ed evitare di tenerle libere durante i pasti, momenti in cui potrebbero rubare o elemosinare del cibo non adatto a loro.
Risulta quindi ovvio che le ore di libertà possono essere limitate unicamente a quando si possa tenere sotto stretto controllo i movimenti dell’animale, in modo da prevenire qualsiasi incidente e si sconsiglia di farlo mentre si sta cucinando (pericolo di ustioni) o mangiando.

Alimentazione

Come per molti pappagalli, le diete basate unicamente sui semi sono sbilanciate e carenti di molte vitamine e microelementi, troppo ricche di grassi, e favoriscono l’obesità, soprattutto in animali che non hanno la possibilità di volare quanto dovrebbero. 
Per questi animali è necessaria una dieta a base di alimenti freschi di origne vegetale; in natura si nutre di numerose piante (semi, fiori, bacche, germogli, erba e frutta).
In cattività bisognerà fornire una buona varietà di frutta e verdure fresche (fra cui pera, mela, banana, bieta, indivia, zucchine, cavoli ecc.), ed anche infiorescenze, prestando attenzione ad eventuali prodotti dannosi (come pesticidi o la cera che ricopre la buccia di alcuni frutti, l’avocado in toto in quanto tossico). 
La frutta e le verdure possono essere messe a disposizione già tagliate in mangiatoia, oppure appese, intere o a pezzetti, come arricchimento ambientale per impegnare tempo e risorse mentali del pappagallo, fornendogli una gustosa fonte di distrazione.
In aggiunta alla dieta secca si può utilizzare un misto di semi per calopsitte, da somministrarsi con parsimonia 3-4 volte a settimana.

Anche il Kakariki va dal veterinario

Per questi animali non sono previste vaccinazioni, ma esistono malattie infettive che se diagnosticate subito possono essere curate; quindi è opportuna una visita presso un veterinario specializzato in animali esotici a cui chiedere informazioni a tal proposito, e a cui far eseguire un esame delle feci subito dopo l’acquisto.
Essendo uccelli razzolatori, soprattutto se gestiti a terra in voliera è opportuno eseguire esami delle feci periodici, perché aumenta la probabilità di contrarre verminosi.
Successivamente sono sufficienti controlli annuali, per verificare lo stato di salute dell’animale e prevenire l’insorgenza di eventuali malattie.
Bisogna prestare particolare attenzione alla respirazione del pappagallo soprattutto nei momenti di tranquillità, o dopo attività fisica; eventuali segni di difficoltà o rumori anomali devono immediatamente allarmare e spingere a contattare il proprietario.
Un altro segno da non sottovalutare è la perdita di piume; la muta è normale due volte all’anno, ma spesso a causa di problemi nutrizionali o comportamentali i pappagalli tendono a perdere o strapparsi in maniera inconsulta le piume; anche in questo caso sarà opportuno indagare le cause col vostro veterinario.