- Regno: Animalia
- Phylum: Chordata
- Classe: Reptilia
- Ordine: Testudines
- Sottordine: Cryptodyra
- Superfamiglia: Testudinidae
- Genere: Testudo
- Specie: T. horsfieldii
Introduzione
Questa tartaruga è originaria dell’est Europa, in un’area che va dalla zona sud orientale del Mar Caspio alla Cina occidentale.
Il loro habitat naturale è costituito da zone aride e rocciose, vicino a corsi d’acqua dove la vegetazione è più rigogliosa.
Esistono varie sosttospecie (horsfieldii, baluchiorum, kazakhstanica, kuznetzovi, terbishi, rustamovi) a seconda dell’area geografica occupata, che vivono in ambienti diversi, dalla steppa sabbiosa alle aree montagnose (fino a 2500mt).
Per sfuggire alle temperature esterne che di notte scendono anche di decine di gradi, queste tartarughe hanno l’abitudine di scavare gallerie (lunghe anche un paio di metri) o di occupare le tane abbandonate da altri animali. Le sottospecie che occupano le aree più a nord hanno un letargo di diversi mesi all’anno, quelle più meridionali al contrario possono subire l’estivazione (inattività estiva a causa dei climi troppo caldi).
Questa specie è di piccole dimensioni, circa 15cm nei maschi e fino a 20 cm per le femmine, il loro carapace è tondeggiante e schiacciato dorsoventralmente, con un solo scuto sopracaudale.
La colorazione di fondo è giallo ocra o marrone chiaro, con macchie nere o marrone scuro al centro di ogni scuto, a seconda della sottospecie; il piastrone è bruno o nero.
La coda è dotata di astuccio corneo, e ai lati presenta dei tubercoli che sono di dimensioni maggiori nei maschi; ha quattro dita per ogni arto, con unghie forti adatte allo scavo.
I maschi sono più piccoli, la loro coda è di solito più lunga ed il piastrone è concavo; gli scuti anali presentano un angolo più aperto, e lo scuto sopracaudale è più chiuso a proteggere la coda.
Le femmine sono più grandi, con apertura cloacale più vicina al piastrone, gli scuti anali hanno un angolo più acuto e lo scuto sopracaudale è più sollevato in modo da permettere il passaggio delle uova.
Gestione in cattività – Aperto
Per questa specie è fondamentale garantire condizioni climatiche adeguate, più simili possibile all’habitat di origine, arido e asciutto.
Per la loro gestione vengono creati dei recinti più o meno ampi a seconda del numero di animali ospitati (almeno 10 volte la lunghezza del carapace della tartaruga), su terreno soleggiato, asciutto e che eviti ristagni idrici; dovrà essere evitato il fondo erboso/terroso, a favore di terreni di terra battuta o sabbia; cespugli o piante striscianti garantiranno le zone d’ombra necessarie.
La recinzione dovrà essere liscia, per impedire loro di arrampicarsi, uniforme (senza spazi fra un paletto e l’altro) e alta almeno 50cm perché sono abili arrampicatrici. Risulta difficile evitare fughe, perchè queste tartarughe oltre ad essere scalatrici scavano gallerie profonde anche due metri, ma può essere d’aiuto interrare la recinzione di almeno 50-60cm.
Come per tutte le testuggine è fondamentale impedire l’ingresso di eventuali predatori (come ad esempio i cani), ed in caso di animali molto piccoli si consiglia di prestare attenzione anche ai corvi ed alle cornacchie, che possono cercare di cibarsene.
In questi recinti andranno sistemati uno o più rifugi dove possano ripararsi di notte o in caso di maltempo, adeguatamente coibentati (ad esempio con paglia) e rialzati in modo da sfuggire ai ristagni d’acqua.
Gestione in cattività – in casa
Considerati i bisogni di muoversi ed esplorare, le caratteristiche alimentari ed il fabbisogno di sole diretto, queste tartarughe non sono adatte alla gestione unicamente in terrario.
In caso di necessità (per problemi di salute) bisogna fornire un terrario di notevoli dimensioni, con substrato drenante profondo almeno 30cm, che mantenga le caratteristiche climatiche idonee.
Dovrà essere dotato di lampada UVB 10%, lampada riscaldante per mantenere una temperatura diurna di 30-32° con un’escursione termica notturna che porti ad una temperatura di 18-20°.
Alimentazione
Queste tartarughe sono strettamente erbivore, e trovano il loro nutrimento nelle erbe di campo quali tarassaco, piantaggine, trifoglio, fiori vari ecc. che consumano essiccate per gran parte dell’anno.
In cattività è bene fornire erbe di campo, che nella stagione estiva devono essere fornite essiccate (si può fornire anche fieno di prato misto).
La verdura acquistata e la frutta devono rappresentare solo un’integrazione, che non superi in totale il 10% della dieta; si possono fornire cicoria, radicchio, indivia, scarola, rucola o altre verdure a foglia ricche di fibra, e fra la frutta mela, pera, anguria, albicocche, fragole, lamponi e more.
Si consiglia di lasciare sempre a disposizione dell’osso di seppia, o di integrare con del carbonato di calcio una volta a settimana.
Alimenti controindicati:
- alimenti di origine animale
- latticini
- carboidrati (cereali, pane, pasta)
Nonostante la provenienza da climi aridi, si consiglia di lasciare un recipiente basso con acqua sempre fresca e pulita.
Letargo
In natura T. horsfieldii effettua il letargo anche per diversi mesi all’anno, ed alcune sottospecie vanno incontro anche all’estivazione.
Queste strategea sono molto importanti, in quanto permettono all’animale di passare al riparo le stagioni meno favorevoli in cui, essendo un erbivoro a sangue freddo, faticherebbe a trovare sia il nutrimento che il calore necessario per digerirlo oppure, al contrario, riceverebbe troppo calore non riuscendo a disperderlo.
Gradualmente con il calare delle temperature e delle ore di luce, le tartarughe smettono di mangiare e rallentano il metabolismo fino ad arrivare ad una sorta di torpore cosciente in cui il dispendio energetico è minimo; ovviamente in questa condizione non sono reattive, e vanno protette da predatori (fra cui cani e topi) e messe al riparo il più possibile.
Il letargo può essere effettuato all’aperto o al chiuso; nel primo caso gli animali scelgono sia il momento che il luogo in cui riposare, e pur essendo la scelta più naturale non permette di avere il controllo dell’animale in caso di condizioni climatiche estreme o predatori.
Per il letargo al chiuso si utilizzano scatole di dimensioni adeguate in materiali vari (di solito legno o plastica), imbottite di paglia, foglie secche o carta; il coperchio può essere dello stesso materiale (con spazi adeguati al passaggio dell’aria) o in rete metallica.
Questi contenitori ed il loro ospite andranno sistemati in ambienti riparati ed a temperatura controllata (ideale 4-10°) come garage o cantine; è molto importante che la temperatura non salga sopra i 12-15°, perchè il metabolismo dell’animale potrebbe riattivarsi e le riserve di grasso non sarebbero sufficienti al sostentamento.
Al risveglio del letargo, è importante fornire agli animali acqua per idratarsi e cibo “light” come semplice erba per la ripresa alimentare.
Legislazione
T. horsfieldii è inserita in Appendice II CITES, allegato B del Reg. 1332/2005 della Comunità Europea.
Per questo motivo tutti gli animali di proprietà devono essere in possesso della documentazione legale che ne attesti la provenienza.
Controlli Veterinari
Questi animali sono di norma molto rustici, e raramente hanno problemi di salute se ben gestite.
I momenti più critici sono sicuramente le fasi pre e post letargo; prima che le tartarughe affrontino l’inverno, è bene assicurarsi che tutti gli animali stiano bene, poiché animali non in salute avranno meno chance di riuscire a superare il letargo.
Al risveglio è opportuno controllare che non presentino ferite da morso (molto comune è l’attacco di roditori durante l’inverno), e che gradualmente ricomincino a bere, mangiare e defecare con regolarità.
Altri incidenti che si possono verificare e a cui bisogna prestare attenzione sono:
- morsi di cane o animali selvatici
- traumi da investimento (automobili o tosaerba)
- traumi da accoppiamento o combattimento fra maschi
- caduta da balconi o scale