Pitone reale

  • Classe: Reptilia
  • Ordine: Squamata
  • Famiglia: Pythonidae
  • Genere: Python
  • Specie: P. regius
  • Dimensioni: 90-150cm lunghezza
  • Peso: 1-1,5kg i maschi, 2kg le femmine
  • Vita Media: 20-25 anni

Introduzione

Il pitone reale è originario delle praterie dell’Africa occidentale e centrale. 
È un predatore notturno di abitudini fossorie, che si nutre quasi esclusivamente di piccoli roditori, che individua grazie alle radiazioni infrarosse che è in grado di percepire tramite degli organi di senso che si trovano ai lati della bocca, e stritola con le potenti spire per poi ingerirli interi.
Al giorno d’oggi la selezione genetica fatta dall’uomo in cattività ha portato alla creazione di numerosi pattern fenotipici, con colorazioni nuove e accattivanti. Questo, unito al costo ridotto (degli animali ancestrali, poiché animali selezionati possono costare anche migliaia di euro) e alla taglia contenuta dell’animale adulto, lo hanno reso uno dei serpenti più allevati in cattività.
I pitoni reali vanno gestiti da soli, non richiedono compagnia dei propri simili che sono anzi fonte di stress e possibile causa di anoressia.

Il terrario

Come tutti i rettili, il pitone reale ha bisogno di un terrario in cui ricreare le condizioni ideali per la sua sopravvivenza, la temperatura del suo corpo (essendo a sangue freddo) dipende dall’ambiente che forniremo.
Avendo esigenze di temperatura piuttosto elevate è necessario procurarsi dell’attrezzatura che permetta di mantenere la temperatura per non creare stress termici.

Occorrente:

  • Un terrario (plastica, legno o vetro) a sviluppo orizzontale, misura minime per un esemplare adulto 80 x 40 x 30 / 80 x 60 x 30.
    Sono animali molto statici e non richiedono terrari di grandi dimensioni, anche se è importante garantire la possibilità di muoversi e fare attività fisica.
  • Arredamento: nascondigli (vasi di coccio o plastica, tronchi ecc.)
  • Un tappetino o cavetto riscaldante o spot di wattaggio adeguato alle dimensioni del terrario.
  • Un termometro per monitorare la temperatura.
  • Un termostato per regolare l’accensione del tappetino in base alle esigenze di temperatura.

Temperatura

Il terrario deve avere una temperatura di 27-32°, e generalmente non sono richiesti punti più caldi, in quanto si adattano bene ad una temperatura uniforme

Di notte è possibile spegnere il riscaldamento per dare uno sbalzo termico di qualche grado, purchè la temperatura non scenda sotto i 24-25°C.

Per ottenere la temperatura si possono utilizzare lampade a infrarossi o spot luminosi, utili a fornire un fotoperiodo adeguato, in alternativa cavetti o tappetini riscaldanti da porre fuori dal terrario, in modo da evitare ustioni all’animale. Sono invece sconsigliate le “rocce riscaldate” comunemente trovate in commercio.

Umidità

Nel terrario di questi animali è molto importante il mantenimento di un’umidità del 50-70%, per favorire le operazioni di muta (cambio della pelle, avvenimento periodico in un rettile sano).
Per sopperire al fabbisogno d’umidità di questi animali, è possibile nebulizzare acqua nel terrario oppure inserire una vaschetta di acqua che evaporando garantisca la corretta umidità. L’umidità può essere monitorata con un igrometro.

Substrato
Anche in questo caso l’arredamento del terrario può essere di due tipi, naturalistico o asettico.
Il materiale più indicato per animali in quarantena, cura per qualche patologia o semplicemente per garantire una pulizia più efficace è la carta (assorbente o da pacchi, attenzione ai giornali contenenti piombo). Una volta rimosso il fondo di carta, il terrario è facilmente sanificabile in maniera rapida, ed il costo del materiale risulta veramente irrisorio.
Per un terrario più estetico si può optare per un fondo di terriccio e fibra di cocco, che permette di mantenere un’umidità accettabile ma presenta difficoltà dal punto di vista della pulizia, che risulta senza dubbio più complicata.
In alternativa vengono spesso utilizzati segatura e truciolati di legno (assorbono molta umidità e vanno cambiati spesso), tutolo di mais (può dare problemi di muffa e va cambiato spesso) mentre sono sconsigliati substrati a base di sabbia o carbonato di calcio.

Illuminazione

Ad ogni rettile in cattività deve essere fornito un fotoperiodo (periodo di illuminazione) adeguato, che risulta fondamentale nel funzionamento corretto dell’attività endocrina ed immunitaria.
Considerata la provenienza dell’animale, è opportuno fornire almeno 14 ore di luce in estate e 10 in inverno, con una via di mezzo in primavera e autunno.
Per mantenere un fotoperiodo corretto vengono utilizzate delle lampade con un buono spettro luminoso, che possono essere normali lampade ad incandescenza (attenzione al pericolo di ustioni), lampade che emettano UVA o UVB. I serpenti non hanno bisogno di ricevere radiazioni UVB per sintetizzare la vitamina D, ma sembrano comunque trarre beneficio da queste lampade.

Alimentazione

Questi serpenti si nutrono di topi, ed è importante saperlo prima di procedere all’acquisto. Non esistono ad oggi surrogati in grado di fornire al serpente i nutrienti di cui ha bisogno, quindi è importante fornire prede di qualità, che siano state nutrite in maniera adeguata.
Per evitare problemi di salute legati a possibili morsi delle prede, si consiglia di abituare l’animale a nutrirsi di prede decongelate; questa operazione può essere leggermente più complessa nei pitoni reali, che individuano le prede mediante la temperatura corporea. Una soluzione valida è rappresentata dallo scaldare il pasto, mediante bagnomaria con acqua calda o lasciandolo sotto una lampada riscaldante.
Ai serpenti giovani si somministrano topini, aumentando man mano le dimensioni della preda, fino a offrire ratti adulti ai soggetti completamente cresciuti. L’alimento va proposto di notte, e rimosso alla mattina se non è stato ingerito.
Dopo il pasto il serpente non deve essere maneggiato per almeno 48ore, o stressato in alcun modo per evitare che rigurgiti il pasto.
I serpenti devono sempre avere a disposizione un grande recipiente d’acqua, in cui amano immergersi e defecare. L’acqua deve essere tenuta pulita, cambiandola tutti i giorni e subito dopo che è stata contaminata con le feci. Il bagno è anche utile per aiutare la muta e a stimolare l’apparato digerente.

Maneggiare il serpente
Come tutti i rettili, i pitoni reali non hanno bisogno del contatto con l’uomo, e se stimolati si “appallottolano”letteralmente come forma di difesa. In queste condizioni è sufficiente afferrarlo sostenendo il corpo e spostarlo per le operazioni di pulizia.
Nonostante la docilità è sconsigliato maneggiarli eccessivamente o lasciarli liberi per casa (soprattutto in presenza di altri animali), in primis perché si causa uno stress all’animale, e in secondo luogo perché togliendolo dal suo ambiente controllato si rischia di causare malattie legate ad esempio agli sbalzi di temperatura.
Manipolazioni troppo rudi possono provocare fratture, o il soffocamento dell’animale.
Si sconsiglia fortemente di maneggiare il serpente in concomitanza della muta (quando la pelle si schiarisce) perché l’animale in questa fase vede di meno ed è molto nervoso, e nei giorni immediatamente successivi al pasto, per evitare che rigurgiti la preda.

Anche il serpente va dal veterinario

Per questi animali non sono previste vaccinazioni, ma è opportuno far eseguire dopo l’acquisto una visita ed un esame delle feci da un veterinario specializzato in rettili.
Per il trasporto occorre sistemare il serpente in una scatoletta per alimenti traforata, o un fauna box, e trasportarlo all’interno di una borsa termica con una bottiglia di acqua tiepida o all’interno di una scatola di polistirolo, al fine di evitare sbalzi termici.

Aspetti legali
Il pitone reale è elencato in Appendice II CITES. Al momento dell’acquisto, oltre alla ricevuta il venditore deve rilasciare un documento in cui sono riportati gli estremi del documento CITES.