Tartaruga di terra di Hermann: Testudo hermanni

  • Regno: Animalia
  • Phylum: Chordata
  • Classe: Reptilia
  • Ordine: Testudines
  • Sottordine: Cryptodyra
  • Superfamiglia: Testudinidae
  • Genere: Testudo
  • Specie: T. hermanni
  • Sottospecie: T. h. boettgeri
  • T. h. hermanni

Introduzione

Questa tartaruga è originaria del sud dell’Europa, ed è presente allo stato naturale (selvatico) in tutti i paesi del sud Europa dalla Spagna fino alla Romania e alla Turchia.
Il loro habitat naturale è costituito da zone con inverni miti ed estate arida, trovano riparo fra i cespugli della macchia mediterranea, adattandosi anche a pinete e al sottobosco delle aree collinari temperate.
Negli ultimi anni, a causa della movimentazione (non sempre regolare) di animali all’interno della penisola, si sono riscontrate popolazioni selvatiche in zone precedentemente poco popolate, come il nord Italia.
Presentano entrambe un astuccio corneo sulla punta della coda, un carapace ovale, moderatamente convesso e cupoliforme, color giallo-olivastro con macchie nere; le due sottospecie si distinguono per dimensioni, variazioni cromatiche e areale di provenienza:

  • T. h. hermanni: lunghezza del carapace intorno ai 13-15cm per i maschi, mentre nelle femmine 19cm, anche se in alcuni esemplari arriva fino ai 24cm. Colorazione di base giallo-marroncino, con diffuse macchie nere; sul piastrone queste macchie formano due linee parallele continue. La sutura pettorale è più piccola della femorale. Questa sottospecie è tipica di Spagna, Francia e dell’Italia.
  • T. h. boettgeri: può raggiungere dimensioni maggiori, che arrivano fino a 30cm, anche se le dimensioni medie sono 18-19cm per i maschi e 24-28cm per le femmine. La colorazione di base è giallo-marroncino o giallastra, le macchie nere sono più piccole e meno intense sia sul carapace che sul piastrone, dove formano due linee discontinue. La sutura pettorale è di norma più grande della femorale, o in alcuni casi uguale. Questa sottospecie è tipica dell’est Europa, dall’Istria alla Romania e Bulgaria.

Il dimorfismo sessuale negli animali adulti è abbastanza evidente, i maschi sono più piccoli ed hanno un piastrone concavo, la loro coda è più lunga e presenta uno sperone corneo più sviluppato. Le femmine sono più grandi, hanno un piastrone piatto ed una coda più corta, e l’angolo degli scuti anali è più acuto rispetto al maschio.

Gestione in cattività – Aperto

La gestione ottimale di queste tartarughe richiede uno spazio all’aperto, dove possano avere possibilità di muoversi liberamente, nutrirsi, prendere il sole e al bisogno ripararsi da esso.
Di norma, se non si riesce a rendere sicuro per loro tutto il giardino, vengono preparati dei recinti più o meno ampi a seconda del numero di animali ospitati (almeno 10 ma tartaruga), che abbiano una zona esposta direttamente ai raggi solari, un’ampia zona di pascolo dove possano trovare le erbe di campo di cui si nutrono, ed alcune zone di ombra, che possono essere create anche da cespugli e arbusti. 
La recinzione dovrà essere liscia, per impedire loro di arrampicarsi, uniforme (senza spazi fra un paletto e l’altro) ed interrata almeno 10-15cm; l’altezza varia in base alle dimensioni delle tartarughe, ma deve essere sufficiente ad impedire l’ingresso di eventuali predatori (come ad esempio i cani). In caso di animali molto piccoli si consiglia di prestare attenzione anche ai corvi ed alle cornacchie, che possono cercare di cibarsene.
In questi recinti andranno sistemati uno o più rifugi dove possano ripararsi di notte o in caso di maltempo, adeguatamente coibentati (ad esempio con paglia) e rialzati in modo da sfuggire ai ristagni d’acqua.
Nel periodo riproduttivo è importante separare i maschi dalle femmine, soprattutto se in coppia (il rapporto ideale maschi femmine è di 1:6), perché i continui accoppiamenti ed il corteggiamento serrato possono creare lesioni al carapace e portare a nefaste conseguenze per la femmina.

Gestione in cattività – in casa

Considerati i bisogni di muoversi ed esplorare, le caratteristiche alimentari ed il fabbisogno di sole diretto, queste tartarughe non sono adatte alla gestione unicamente in terrario.

Alimentazione

Queste tartarughe sono strettamente erbivore, e trovano il loro nutrimento nelle erbe di campo quali tarassaco, piantaggine, trifoglio, fiori vari ecc. , insomma quello che riescono reperire nel loro habitat naturale.
In cattività è bene fornire ampie aree di pascolo con prato “misto”, nelle quali la tartaruga possa scegliere autonomamente di cosa nutrirsi; se si ha la possibilità è bene variare spesso i tipi di erbe fornite, e di tanto in tanto fornirne una quantità essiccata al sole per aumentare l’ingestione di fibre.
La verdura acquistata deve rappresentare solo un’integrazione, ed unicamente se la tartaruga non ha a disposizione adeguate quantità di erba; si possono fornire cicoria, radicchio, indivia, scarola, rucola o altre verdure a foglia ricche di fibra; possono essere forniti anche cavolo, peperoni, zucchine, tagliate a pezzi di dimensioni adeguate alla grandezza dell’animale.
Una volta a settimana è consigliabile integrare il cibo con carbonato di calcio, mischiandolo alla verdura tagliata a pezzi in una ciotola.
La frutta deve essere somministrata con molta attenzione, perchè molto ricca di zuccheri, e se somministrata in quantità eccessive (oltre il 10% della dieta) può dare gravi conseguenze a livello intestinale. Alcuni frutti forniti sono; mele, pere, fichi, melone, fragole e ciliegie, mentre sono condroindicati agrumi, kiwi e banane. 

Alimenti controindicati:

  • alimenti di origine animale
  • latticini
  • carboidrati (cereali, pane, pasta)

Devono essere sempre presenti uno o più recipienti di acqua fresca e pulita, dove possano bere o sostare.

Letargo

In natura T. hermanni effettua regolarmente il letargo nel periodo di novembre-aprile nelle zone meridionali, mentre al nord può anticipare di qualche settimana a seconda del clima.
Questa strategia è molto importante, in quanto permette all’animale di passare al riparo le stagioni meno favorevoli in cui, essendo un erbivoro a sangue freddo, faticherebbe a trovare sia il nutrimento che il calore necessario per digerirlo.
Gradualmente con il calare delle temperature e delle ore di luce, le tartarughe smettono di mangiare e rallentano il metabolismo fino ad arrivare ad una sorta di torpore cosciente in cui il dispendio energetico è minimo; ovviamente in questa condizione non sono reattive, e vanno protette da predatori (fra cui cani e topi) e messe al riparo il più possibile.
Il letargo può essere effettuato all’aperto o al chiuso; nel primo caso gli animali scelgono sia il momento che il luogo in cui riposare, e pur essendo la scelta più naturale non permette di avere il controllo dell’animale in caso di condizioni climatiche estreme o predatori.
Per il letargo al chiuso si utilizzano scatole di dimensioni adeguate in materiali vari (di solito legno o plastica), imbottite di paglia, foglie secche o carta; il coperchio può essere dello stesso materiale (con spazi adeguati al passaggio dell’aria) o in rete metallica.
Questi contenitori ed il loro ospite andranno sistemati in ambienti riparati ed a temperatura controllata (ideale 4-10°) come garage o cantine; è molto importante che la temperatura non salga sopra i 12-15°, perché il metabolismo dell’animale potrebbe riattivarsi e le riserve di grasso non sarebbero sufficienti al sostentamento.
Al risveglio del letargo, è importante fornire agli animali acqua per idratarsi e cibo “light” come semplice erba per la ripresa alimentare.

Legislazione

T. hermanni è inserita in Appendice II CITES, allegato A del Reg. 1332/2005 della Comunità Europea.
Per questo motivo tutti gli animali di proprietà devono essere marchiati mediante microchip, e devono essere in possesso della documentazione legale che ne attesti la provenienza.
Facendo parte della fauna protetta non può essere prelevato dall’ambiente, e chiunque venga trovato in possesso di queste tartarughe senza i documenti ufficiali è passibile di multa.

Controlli Veterinari

Questi animali sono di norma molto rustici, e raramente hanno problemi di salute se ben gestite. 
I momenti più critici sono sicuramente le fasi pre e post letargo; prima che le tartarughe affrontino l’inverno, è bene assicurarsi che tutti gli animali stiano bene, poiché animali non in salute avranno meno chance di riuscire a superare il letargo.
Al risveglio è opportuno controllare che non presentino ferite da morso (molto comune è l’attacco di roditori durante l’inverno), e che gradualmente ricomincino a bere, mangiare e defecare con regolarità.
Altri incidenti che si possono verificare e a cui bisogna prestare attenzione sono: 

  • morsi di cane o animali selvatici
  • traumi da investimento (automobili o tosaerba)
  • traumi da accoppiamento o combattimento fra maschi
  • caduta da balconi o scale